
WELFARE LAVORATORI SETTORE PRIVATO
La Legge di Stabilità 2016 ha introdotto numerose novità e ha delineato in maniera precisa le presta-zioni, i beni e i servizi che possono rientrare nella disciplina del welfare aziendale, le modalità di erogazione e i criteri di accesso ai benefici fiscali previsti. Questo nuovo intervento legislativo testimonia la continua e crescente incentivazione delle forme sussidiarie di welfare. Il welfare aziendale ha acquisito un nuovo e più ampio significato: uno strumento per rafforzare la sostenibilità dell’impresa occupandosi del benessere dei lavoratori e delle loro famiglie. Una leva di politica del personale, certamente, ma di rilievo strategico perché permette di gestire il ruolo sociale dell’impresa, non solo nei confronti della comunità aziendale ma anche all’esterno di essa. I provvedimenti del governo hanno incentivato la diffusione del welfare aziendale considerato anche come fattore positivo sul piano delle relazioni sindacali, divenendo argomento di dialogo e confronto concretizzato poi in accordi di secondo livello. Le leggi di stabilità del 2017 e 2018 hanno poi ampliato la possibilità di attivazione di piani di welfare aziendale grazie all’introduzione della possibilità di convertire in welfare i premi di risultato.
CHE COS’E’ IL WELFARE AZIENDALE
Il welfare aziendale è un insieme di servizi e iniziative messe a disposizione dal datore di lavoro per migliorare la qualità della vita dei propri dipendenti. Queste iniziative possono riguardare vari aspetti, come la salute, la formazione, il sostegno alla famiglia, l’equilibrio tra vita privata e lavoro, la previdenza integrativa e molto altro ancora.
Il welfare aziendale ha molteplici obiettivi, tra cui il miglioramento della produttività e della soddisfazione dei dipendenti, la promozione del loro benessere e la riduzione dell’assenteismo e dei conflitti sul lavoro. Inoltre, è importante considerare come un clima disteso sul posto di lavoro possa avere un impatto positivo sia in termini economici che sociali. Infatti, il rapporto tra datore di lavoro e dipendente passa anche e soprattutto dal benessere di quest’ultimo e dall’assenza di tensione sul posto di lavoro. In questo modo, il welfare aziendale può contribuire non solo a migliorare l’immagine aziendale, ma anche a promuovere la responsabilità sociale dell’impresa.
Il Welfare Aziendale è dunque, l’insieme dei beni e servizi che un’azienda può mettere a disposizione dei suoi dipendenti e delle loro famiglie al fine di migliorarne la vita privata e lavorativa, usufruendo di sgravi fiscali.
Gli strumenti utilizzati non possono essere di natura monetaria ma esclusivamente sotto forma di fornitura di beni o servizi, o un insieme delle due soluzioni.
Il welfare aziendale permette di finanziare servizi alle famiglie come polizze sanitarie, previdenza complementare, asili nido, ma anche spese mediche o abbonamenti ai trasporti. Può includere anche buoni d’acquisto per lo shopping, i viaggi, la spesa o il carburante.
Il Welfare Aziendale è accessibile a tutte le imprese, di qualsiasi dimensione, settore e fatturato che desiderano innovare i loro processi ed hanno a cuore il benessere dei loro dipendenti.
- Aziende con un CCNL contrattuale;
- Aziende che non si sono mai avvicinate al welfare prima d’ora;
- Aziende che hanno già in essere sistemi di welfare e devono rimodularli.
NORMATIVA IN CUI SI INQUADRA IL WELFARE AZIENDALE
Il welfare aziendale è un tema che ha visto un forte sviluppo negli ultimi anni anche grazie alle leggi che lo hanno agevolato.
La normativa in cui si inquadra il welfare aziendale fa riferimento principalmente a:
- il TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi) in particolare agli art. 51 e art. 100
- le leggi che lo hanno in seguito modificato parzialmente e che hanno definito il welfare aziendale come lo conosciamo oggi: Leggi di Stabilità e Bilancio 2016, 2017 e 2018
- le circolari e le risoluzioni dell’Agenzia delle Entrate, con l’interpretazione delle norme, che danno indicazioni e chiarimenti utili all’applicazione delle leggi in materia (tra le più significative: circolare 28/E del 2016, Risoluzione 55/E del 25/09 2020);
La normativa che regola il welfare aziendale in Italia è contenuta principalmente nel Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR), che stabilisce le regole per il reddito da lavoro dipendente.
In particolare, l’articolo 51 del TUIR definisce le modalità per l’erogazione del welfare aziendale tramite voucher, documenti di legittimazione cartacei o elettronici che danno diritto a un solo bene, prestazione, opera o servizio per l’intero valore nominale. I voucher possono essere utilizzati per diverse categorie di beni e servizi e sono soggetti a un limite massimo di importo al di sopra del quale sono assoggettati a tassazione ordinaria.
Inoltre, il TUIR prevede la concessione di servizi di welfare ai familiari dei dipendenti, come stabilito dall’articolo 51 comma 2 lett. f). La legge di Stabilità del 2016 ha introdotto le lettere f-bis e f-ter, che prevedono la concessione di servizi di educazione, istruzione, assistenza ai familiari anziani o non autosufficienti e borse di studio a favore dei familiari dei dipendenti.
Le leggi di Bilancio definiscono le modalità di conversione dei premi di produttività in iniziative di welfare aziendale, permettendo alle aziende di offrire ai propri dipendenti servizi di welfare in alternativa ai tradizionali bonus. Inoltre, le circolari dell’Agenzia delle entrate interpretano e forniscono indicazioni puntuali sull’applicazione delle norme disciplinate all’interno del TUIR e delle leggi di Bilancio.
Principali aspetti che caratterizzano il welfare aziendale in Italia Le leggi originali e le successive modifiche hanno fatto sì che, ad oggi, i principali aspetti che caratterizzano il welfare in Italia siano i seguenti.
- Le aziende possono dedurre dal reddito imponibile le spese destinate al welfare derogando il limite del 5×1000 del costo del lavoro.
- I voucher non possono avere un valore superiore a 3.000,00€ (aggiornamento novembre 2022) se utilizzati come fringe benefit (es. buoni spesa e carburante) mentre non sono previsti limiti per altre categorie di servizi, come la scuola o altri servizi ludici-ricreativi (viaggi, hotel, corsi, attività sportive, attività culturali).
- I benefit del welfare sono rivolti sia ai dipendenti che ai loro familiari (art.11 del TUIR: il coniuge non legalmente ed effettivamente separato, i figli, compresi quelli adottati o affidati, genitori, suoceri, fratelli e sorelle).
- Questi benefit riguardano tra l’altro: previdenza complementare, assistenza sanitaria, servizi di educazione e istruzione anche in età prescolare, i servizi integrativi e di mensa ad essi connessi, baby-sitter, la frequenza di ludoteche e di centri estivi e invernali, borse di studio, servizi di assistenza ai familiari anziani o non autosufficienti, trasporto pubblico e mobilità.
- Le opere e i servizi possono essere erogati e messi a disposizione dei dipendenti in modo diretto da parte del datore di lavoro oppure ricorrendo a provider di servizi esterni. Tuttavia è vietata l’erogazione di somme di denaro dirette dall’azienda al dipendente.
- Il Premio di Produttività (o di Risultato) legato ai risultati aziendali in termini di incrementi di produttività, redditività, qualità, efficienza e innovazione delle imprese italiane è trasformabile in welfare.
- È di 80.000€ il valore massimo dei redditi da lavoro dei dipendenti che possono ottenere la completa detassazione dei premi di risultato e di 3000€ il valore massimo del premio erogabile tramite PdR.
- Per l’azienda è prevista la deducibilità dal reddito aziendale dei servizi di welfare offerti nell’ambito di un accordo vincolante per l’impresa come: contratti nazionali, regolamenti aziendali negoziati tra l’impresa e i sindacati, accordi territoriali o interconfederali.
- Il welfare cosiddetto “Puro” può essere applicato anche con una finalità premiale per l’azienda e godere di piena deducibilità fiscale.
IL RISPARMIO FISCALE DEI BENEFIT ART.51 E 100
Ipotesi: 1000 € di reddito erogato al lavoratore
Il Decreto Trasparenza del gennaio 2023 ha confermato l’erogazione di buoni carburante per i dipendenti, che non concorrono alla formazione del reddito e sono interamente deducibili dal reddito di impresa. Il limite massimo per questo tipo di erogazione è di 200 euro per lavoratore. Questo rappresenta un ulteriore contributo contro il caro carburante, in aggiunta ai 258,23 euro previsti per i fringe benefit.
Anche i contratti collettivi nazionali (CCNL), come quello dei metalmeccanici, hanno introdotto modifiche in questo senso, imponendo delle somme annuali fisse a carico delle imprese.
ESEMPI DI WELFARE AZIENDALI PER I DIPENDENTI
Sono molteplici gli esempi di welfare aziendale. Anche il semplice utilizzo dello smart working viene classificato tra le misure di welfare aziendale. Tra le più gettonate si trovano:
- assistenza sanitaria integrativa (anche nel senso di aiutare nella gestione di casi di familiari non autosufficienti);
- sostegno per spese di istruzione e gestione dei figli (dalle tasse scolastiche, fino ad asili nido e baby sitter);
- previdenza complementare (fondi pensione);
- assistenza psicologica;
- buoni pasto, buoni carburante e buoni spesa di vario tipo (anche il lavaggio dell’auto).
Secondo i dati del Ministero del Lavoro, aggiornati a dicembre 2022, il 60,7% dei contratti prevedono il welfare aziendale. Circa il 34% delle misure riguardano benefici in termini di istruzione dei figli dei lavoratori (tasse, libri e iscrizioni agli asili nido). Ogni lavoratore percepisce dalle misure di welfare aziendale, in media, circa 800/1.000 euro.
I VANTAGGI DEL WELFARE AZIENDALE
Il welfare aziendale è un sistema che porta vantaggi sia alle aziende che ai lavoratori. Infatti, le aziende possono ridurre i costi del lavoro del 30-40% rispetto agli importi lordi erogati in busta paga ai dipendenti e migliorare la motivazione del personale, migliorando la loro brand identity e reputazione. D’altra parte, i lavoratori aumentano il loro potere d’acquisto e possono garantire maggiori beni e servizi alle loro famiglie. Inoltre, un piano welfare ben strutturato consente alle aziende di avvicinarsi ai propri collaboratori, andando incontro alle loro esigenze e aiutandoli a trovare un equilibrio tra lavoro e vita privata, migliorando così il loro
engagement e la loro soddisfazione, il che si traduce in un aumento della produttività.
Guardando ai benefici per l’imprenditore, con la creazione di un sistema di welfare aziendale si registrano i seguenti benefici:
- riduzione del costo del lavoro;
- diminuzione dell’assenteismo;
- aumento della produttività;
- miglioramento dell’immagine aziendale.
Dal lato dei lavoratori invece si registra:
- aumento del potere d’acquisto;
- miglioramento del rapporto lavoro-vita privata;
- allentamento della tensione sul posto di lavoro;
- innalzamento del benessere.
Entrambe le parti beneficiano di incentivi fiscali. Il welfare aziendale è un investimento. Comporta dei costi per l’azienda, ma questi costi vengono facilmente recuperati nel lungo termine grazie ai numerosi vantaggi portati da una politica di welfare ben strutturata.
I principali vantaggi per l’azienda sono:
- Maggiore produttività. Idipendenti felici lavorano meglio, aumentando quindi la produttività aziendale. Un’azienda che produce di più aumenta il fatturato, che può essere reinvestito.
- Attrae nuovi talenti e fidelizza quelli correnti. Pacchetti di benefit interessanti attraggono nuovi talenti, che arriveranno volontariamente da te, riducendo tempi e costi di ricerca del personale. Inoltre, aiuta a trattenere i dipendenti, riducendo il turnover.
- Migliora l’employer branding. le aziende con generosi programmi di welfare sono viste come più impegnate nel benessere dei propri dipendenti. Quando un talento deve scegliere per quale azienda lavorare, propenderà per quella con l’employer branding migliore.
I principali vantaggi per i dipendenti:
I dipendenti sono i beneficiari del welfare aziendale. Grazie ai benefit, la loro qualità di vita cresce, e di conseguenza cresce la loro soddisfazione. Siccome i dipendenti soddisfatti lavorano meglio e creano un ambiente di lavoro più sano, si crea un circolo virtuoso per l’azienda.
Grazie al welfare aziendale i principali vantaggi per i dipendenti sono:
- Sicurezza finanziaria. I lavoratori possono beneficiare di una riduzione delle spese mediche, assicurazioni sanitarie private, o sconti per asili nido e baby sitter.
- Maggiore motivazione. La sensazione di essere apprezzati e sostenuti dal proprio datore di lavoro fa da potente motivatore per i dipendenti. E i dipendenti motivati lavorano meglio e promuovono un ambiente di lavoro positivo.
- Miglior work-life balance. I programmi di welfare aziendale possono aiutare i dipendenti a gestire le responsabilità personali, familiari e lavorative. Così il dipendente vive meglio.
WELFARE AZIENDALE POST PANDEMIA
Le richieste dei dipendenti sono cambiate a fronte della pandemia.
Le aziende sono state costrette a ripensare i loro pacchetti di benefit per soddisfare le nuove esigenze dei dipendenti.
Il cambiamento più importante che abbiamo visto riguarda il modo di lavorare. Ciò che un tempo era esclusivo di una classe selezionata di lavoratori — lo smart working— oggi è una parte essenziale dell’attività della maggior parte delle aziende.
I datori di lavoro si sono ritrovati a dover fornire ai dipendenti le risorse e il supporto per poter lavorare al meglio da casa. Ad esempio, alcune aziende hanno creato piattaforme di apprendimento online e programmi di alfabetizzazione digitale per supportare i dipendenti nella transizione.
Un altro grande cambiamento avvenuto a causa della pandemia è la maggiore attenzione alla digitalizzazione. Durante la pandemia la digitalizzazione è diventata una necessità per ridurre al minimo il contatto fisico.
Le misure di lockdown hanno portato a un aumento del bisogno di supporto per la salute mentale e il benessere dei dipendenti a causa del forte senso di isolamento. Molte aziende ora offrono servizi di teleconsulto per i dipendenti, che possono interagire a distanza con uno psicologo.