Legge sull’oblio oncologico (novità)

Per diritto all’oblio oncologico si intende il diritto delle persone guarite da un tumore di non fornire informazioni né subire indagini in merito alla propria pregressa condizione patologica. Infatti dall’Aula del Senato è arrivato il via libero, definitivo alla legge 193/2023, sull’oblio oncologico. La legge è entrata in vigore il 2 gennaio 2024 ed introduce il diritto all’oblio a seguito di guarigione e si applica qualora il trattamento attivo si sia concluso, senza episodi di recidiva; in particolare, le persone che hanno sconfitto un tumore non saranno più tenute a fornire informazioni sulla malattia pregressa per accedere ai servizi bancari, finanziari e assicurativi, a procedure concorsuali, al lavoro e alla formazione professionale. Si tratta di una norma che permetterebbe all’ex paziente di non dichiarare la malattia, pratica fino a poco tempo fa obbligatoria per la stipula di molti contratti e la richiesta di alcuni servizi.  A vigilare sull’applicazione delle disposizioni di legge sarà il Garante per la protezione dei dati personali. 

Ma cosa si intende per “guarito” dal tumore?

Un paziente oncologico viene considerato “guarito” quando raggiunge la stessa attesa di vita della popolazione generale. Le tempistiche variano in relazione alle diverse neoplasie.

  • Meno di 5 anni per il cancro della tiroide
  • Meno di 10 anni per il cancro del colon e il melanoma
  • Oltre 15 anni per i tumori della vescica e del rene, linfomi non-Hodgkin (in particolare i linfomi a grandi cellule B o follicolari), mielomi e leucemie, soprattutto per le varianti croniche
  • Intorno ai 20 anni per alcuni tumori frequenti, come quelli della mammella e della prostata, perché il rischio che la malattia si ripresenti, sebbene esiguo, si mantiene molto a lungo.

Ogni neoplasia ha diverse caratteristiche e richiede, anche in funzione della persona che ne è affetta, un diverso iter di terapie. Esistono tumori che possono essere curati in alcuni mesi, altri in pochi anni, altri ancora richiedono più tempo. Alcuni possono essere cronicizzati e garantiscono al paziente una qualità di vita quasi pari a chi non è malato. Nel dettaglio, la legge per il diritto all’oblio permetterebbe di non considerare più paziente oncologico: 

  • chi ha avuto un tumore solido in età pediatrica, dopo 5 anni dal termine delle cure;
  • chi ha avuto un tumore solido in età adulta, dopo 10 anni dal termine delle cure.

L’obiettivo principale della legge è quello di contrastare le discriminazioni che i guariti da tumore spesso subiscono in vari ambiti della vita quotidiana. La legge mira a:

  • Promuovere la parità di trattamento: i guariti da tumore non devono essere penalizzati a causa della loro pregressa malattia.
  • Favorire il reinserimento sociale e lavorativo: la legge facilita l’accesso al credito, al lavoro e all’adozione per i guariti da tumore.
  • Migliorare la qualità della vita: la legge contribuisce a ridurre lo stigma e la paura legati al cancro, favorendo il benessere psicologico dei guariti.

Con l’emanazione di alcuni decreti attuativi della legge 193/2023, a partire dal 2 luglio 2024 si definiranno le modalità di applicazione delle norme. I decreti riguardano:

  • Certificato di guarigione: il Ministero della Salute definirà le modalità per il rilascio di un certificato di guarigione.
  • Patologie con tempi di guarigione ridotti: il Ministero della Salute individua i tumori per cui i tempi di applicazione dell’oblio oncologico sono inferiori a 10 e 5 anni.
  • Adozioni: il Ministero della Salute e il Ministero della Giustizia regoleranno le procedure per evitare discriminazioni nell’adozione per i guariti da tumore.
  • Lavoro: il Ministero del Lavoro e il Ministero della Salute promuovono politiche attive per favorire l’inserimento lavorativo dei guariti da tumore.
  • Servizi bancari e assicurativi: il Comitato interministeriale per il credito e il risparmio e l’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni emaneranno norme per l’attuazione dell’oblio oncologico in questi ambiti.

In conclusione possiamo dire che la legge rappresenta un passo avanti fondamentale nella lotta contro le discriminazioni e per la costruzione di una società più inclusiva.